L’OCSE ha detto che l’Italia dovrebbe limitare le sue politiche fiscali, limitandosi a quelle politiche che non inibiscono miglioramento della crescita economica.
Nell’Economic Survey 2017 sul paese, l’OCSE ha detto che l’Italia dovrebbe guardare a misure volte a migliorare la conformità e regolarità fiscale e ad introdurre imposte immobiliari.
L’OCSE ha osservato che il governo “si è impegnato alla sostenibilità di bilancio e continua a ridurre il deficit gradualmente”, ma che la sua “politica fiscale moderatamente espansionistica” rimane appropriata come la crescita economica che necessita ancora di essere sostenuta.
L’OCSE raccomanda che le entrate fiscali italiane potrebbero essere incrementate meglio combattendo l’evasione fiscale.
E ha sottolineato che,
sebbene e il governo ha avuto un certo successo nell’ottenere entrate fiscali supplementari dalle sue azioni contro l’evasione fiscale, l’amministrazione fiscale italiana
“ha ampie possibilità di migliorare la gestione delle risorse umane e utilizzare più ampiamente gli strumenti di tecnologia informatica. L’information technology è cruciale per estendere l’uso della fatturazione elettronica e migliorare la compliance per imposta sul valore aggiunto.”
“Inoltre, in Italia i metodi di pagamento non in contanti di pagamento vengono utilizzati poco rispetto ad altri paesi OCSE, facilitando l’evasione fiscale”, ha aggiunto. “Abbassare la soglia sui pagamenti in contanti da 3,000€ per tornare al precedente livello di 1.000€ (lo stesso livello della Francia) aiuterebbe abbassare l’evasione fiscale.” Il limite massimo per i pagamenti in contanti è stato aumentato a EUR3,000 solo l’anno scorso.
L’OCSE ha proposto che la lotta all’evasione fiscale potrebbe
“generare grandi entrate supplementari per consentire una riduzione permanente dei contributi sociali in un modo entrate-neutrale. … l’abbattimento dei contributi previdenziali in modo permanente incrementerebbe la crescita e l’occupazione e quindi le imposte future nel medio e lungo termine, accelerando così la riduzione del rapporto debito/pil “.
A questo proposito, ha anche sottolineato che “le imposte ricorrenti sugli immobili di proprietà sono una tipologia di imposta favorevole alla crescita
Tali imposte sono sottoutilizzate in Italia e in questo senso, la recente abolizione della tassa di proprietà sulle prime abitazioni è stato un passo indietro.”
Si raccomanda che “il governo dovrebbe aggiornare il valore imponibile degli immobili su base regolare, al fine di garantire che le variazioni dei prezzi relativi agli immobili non generino disuguaglianze. La tassa di proprietà sulla prima casa dovrebbe essere reintrodotto in modo da generare uno spazio fiscale per ridurre le imposte sulle attività produttive“.
Come al solito in Italia, le manovre introdotte rispondono ad una logica elettorale.
L’abolizione dell’IMU è foriera di notevoli ritorni in termini di voti ma non certo di posti di lavoro ottenibili sono da un abbattimento delle imposte sull’economia produttiva.